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18 ottobre 2010 | Videos | V Congreso de la CLOC | Energia e cambiamento climatico
Radio Mundo Real offre un video-reportage sulla manifestazione di inaugurazione del V Congresso della CLOC-VC che si realizza a Quito, Ecuador, con la presenza di Evo Morales, Rafael Correa e il movimento contadino continentale.
All’apertura del V Congresso della Coordinazione Latinoamericana di Organizzazioni del Campo (CLOC) – Vía Campesina, é risultato chiaramente stabilito che nel momento attuale in cui si trovano le lotte contadine come ultima frontiera nell’avanzare del capitale, si richiede un approfondimento nelle alleanze e negli obiettivi di fronte alla minaccia del pianeta per un sistema di sfruttamento della natura e dell’umanitá. Come lo riassume il Presidente della Repubblica Plurinazionale Boliviana, Evo Morales, il dilemma é ora tra “Pianeta o morte”.
In questo senso il movimento contadino articolato nella CLOC discute durante questa settimana nella capitale dell’Ecuador le strade – che includono formazione, mobilitazione, comunicazione e proposte – verso il “Buon Vivere” (sumak kawsay en voz kechwa) e il “socialismo”, ha riassunto nella manifestazione di apertura Luis Andrango, presidente della FENOCIN e Segretario Operativo della Coordinazione.
Andrango, Evo Morales e il presidente locale, Rafael Correa hanno preso la parola nel Colosseo dell’Universitá Centrale dell’Ecuador il giorno 12 ottobre dopo un atto mistico in cui veniva simboleggiato il conflitto tra i popoli – multicolore, con uomini, donne e giovani – e le agenzie internazionali di credito, le transnazionali e il potente dollaro.
“Se prima gridavamo ‘¡ora basta!’, oggi diciamo in questo Congresso ‘¡non é sufficiente!’” ha detto Andrango che ha reclamato senza perdita di alleanze con i governi che perseguono politiche coincidenti con i postulati della CLOC-VC, “autonomia” per i movimenti di sollevare critiche e rettificare direzioni.
Il dirigente ecuatoriano é stato chiaro nel definire la sfida storica che sarebbe scaturita dal V Congresso come una strada che dovrá avanzare nella costruzione di uno strumento politico dei movimenti contadini, indigeni, di afrodiscendenti e intellettuali compromessi nella lotta sociale per la difesa della Madre Terra e il superamento del sistema capitalista.
Slogan, bandiere, cartelli e canzoni hanno riempito lo spazio del Colosseo e hanno annunciato l’arrivo dei due presidenti dell’America Latina, i quali hanno salutato e ratificato il compromesso dei propri governi per rispondere alle richieste delle lotte contadine, indigene e afrodiscendenti del continente.
Evo Morales ha detto che non rispondeva a un “invito” della CLOC bensí che, come fondatore, si sentiva “convocato” e che continuerá a partecipare ai congressi di questa organizzazione: “mi mancavate compagni e compagne”, ha detto ad un certo punto il presidente andino.
Morales ha dato alcuni modelli di ció che é il processo di riforma agraria nel suo paese e ha ricordato che tra le definizioni del movimento contadino nel decennio del 90 si trovava l’accesso ai governi: “in Bolivia abbiamo compiuto con la missione” ha espresso prima di un forte applauso nell’auditorium.
Un’altra parte del suo discorso, che si puó vedere nel video, lo ha dedicato al ruolo delle FFAA in America Latina, denunciando il ruolo repressivo delle manovre congiunte orientate dal Pentagono nordamericano e proponendo la creazione di una Scuola Latinoamericana di carattere militare che formi gli ufficiali del continente in base ai valori della democrazia, dei Diritti Umani e della difesa della sovranitá e dei beni naturali del continente.
Al suo turno Rafael Correa si é compromesso, dopo il tentativo fallito di destabilizzazione contro il suo governo lo scorso 30 settembre, a “radicalizzare la Rivoluzione Cittadina” e in questo senso ad approfondire la distribuzione delle terre statali, processo nel quale, ha ammesso, “ci troviamo all’inizio del cammino”.
Secondo lui, il debito dello Stato ecuatoriano con il settore agricolo e contadino “é ancora piú importante che il debito estero”. Rafael Correa ha parlato anche del tentativo golpista dell’ultimo giorno di settembre e della posizione dei politici locali, internazionali e dei dirigenti sociali di fronte al fatto.
Dopo l’apertura seguono varie giornate di delibere e dibattiti nelle installazione universitarie da dove sorgono definizioni del movimento contadino, dei popoli originari e dei loro alleati per i prossimi 4 anni.
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