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27 ottobre 2009 | Notizie | Caducando la impunidad | Diritti Umani
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Durante tutta la giornata di domenica l’immagine che si poteva vedere nelle strade di Montevideo era praticamente uguale in tutti i quartieri: gente agitando bandiere negli angoli, tra le quali predominavano le rosse, blu e bianche del Frente Amplio – il partito che raggruppa la sinistra in Uruguay – insieme a bandiere rosa che rappresentavano il voto affermativo nel plebiscito per annullare la legge di prescrizione della pretesa punitiva dello Stato, che con il plebiscito per il voto epistolare, si celebrava insieme alle elezioni nazionali.
La legge che si cercava di annullare questa domenica garantisce l’impunità di coloro che violarono i diritti umani durante l’ultima dittatura civico-militare uruguaiana, avvenuta tra il 1973 e il 1985. Il plebiscito si era reso possibile grazie a decine di organizzazioni sociali che avevano condotto una campagna massiva di raccolta firme perchè la cittadinanza si espressasse una seconda volta sul tema.
Però nella notte, quando si sono iniziate a conoscere le prime proiezioni elettorali dell’opinione pubblica sul risultato, i clacson che si sentivano con forza nelle strade stavano cominciando a tacere. In base alle informazioni nessuno dei due plebisciti aveva raggiunto il 50 per cento dell’appoggio, la quantità necessaria per essere approvati. Con una percentuale appena superiore al 40 per cento, il voto rosa, che rappresentava il “Sí” per annullare la legge di prescrizione, era stato rifiutato dalla cittadinanza.
“La lotta per i diritti umani è permanente. Dal punto di vista etico questa legge è nulla”, ha dichiarato Luis Puig, integrante della Coordinazione per la Nullità della Legge di Prescrizione in una conferenza dell’organismo di domenica, dopo aver conosciuto i risultati.
Puig ha ricordato inoltre che il voto rosa aveva ottenuto un grande appoggio tra i cittadini e che il risultato non voleva dire che il popolo uruguaiano convalida la tortura. “In nessun modo si abbassano le tende, c’è molto da fare in materia di diritti umani”, ha affermato.
Per quanto riguarda le elezioni nazionali, il Frente Amplio è tornato ad essere il partito più votato, ma non ha raggiunto la percentuale di suffragi necessari per ottenere la presidenza al primo turno. Per questo in novembre ci sarà un ballottaggio tra la formula frenteamplista, capeggiata da José Mujica e Danilo Astori, e quella del Partido Nacional conservatore e di destra, rappresentata dall’ex presidente Luis Alberto Lacalle e da Jorge Larrañaga.
Quest’ultima formula presidenziale conta già con l’appoggio del Partido Colorado, anch’esso di destra, di Pedro Bordaberry, figlio del dittatore Juan María Bordaberry.
traduttrice: Giorgia Scurato
Photo: http://www.ladiaria.com.uy
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