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11 ottobre 2010 | Notizie | Anti-neoliberalismo
Questo giovedí si comincia a celebrare a livello mondiale la “Settimana di Azione Globale contro il Debito e le Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFIS)”, che in realtá durerá dieci giorni, dal 7 al 17 ottobre. Verranno realizzate mobilitazioni e attivitá in diverse regioni e verrá denunciato specialmente la Banca Mondiale e il suo sforzo per accaparrarsi i fondi internazionali contro il cambiamento climatico.
Decine di organizzazioni si sono sommate alla chiamata di questa nuova edizione della Settimana di Azione Globale contro il Debito e le IFIS. Alcune di esse sono Giubleo Sud, la Coordinatrice Andina di Organizzazioni Indigene, la campagna Chi deve a chi? dello stato spagnolo e Amici della Terra di America Latina e Caraibi.
Con lo slogan “Rompere le catene – cambiare il sistema!”, la chiamata inizia dicendo che “i popoli e il pianeta non devono pagare i costi della crisi” economica e finanziaria internazionale. “Insieme alla crisi alimentare, climatica ed energetica, la crisi economica ha provocato perdite massive di occupazione e salari, tagli alla prestazione dei diritti umani, all’attenzione sanitaria, educazione, casa, acqua, elettricitá e sicurezza sociale, espropriazioni violente di terre e territori, una concentrazione maggiore del controllo corporativo e lo sfruttamento delle risorse naturali, e un aumento della discriminazione razzista, de genere, religiosa, e sessuale, tra altri impatti”, segnala la lettera.
Le reti sociali, che catalogano la crisi come sistemica, dicono inoltre che i nivelli di indebitamento in tutto il mondo “sono aumentati pericolosamente” come conseguenza delle politiche destinate a “sussidiare i ricchi e favorire la libera circolazione di capitali”. Poi ricordano che il debito non é solo finanziaria, ma anche che é aumentato il debito ecologico, climatico, sociale ed economico. Al rispetto, la lettera afferma che “il fracasso allarmante dei governi del Nord nell’assumersi compromessi concreti per pagare il loro debito climatico nei confronti del Sud attraverso la profonda riduzione delle emissioni domestiche e la provvisione che compensi finanziamento e tecnologia, mette in pericolo il nostro futuro collettivo”.
Movimenti e organizzazioni sociali reclamano nella missiva “annullamento del debito e riparazioni SUBITO!”. “Basta subito! Ció che i popoli e il pianeta stanno esigendo é rompere le catene di dominazione del debito e la sottomissione della vita ai dettati del mercato, in un sistema economico basato nell’accumulazione e il consumo eccessivo di pochi, al posto della giustizia e della solidarietá per molti”, esprimono concretamente. “Noi, i popoli, dobbiamo unirci localmente e globalmente per costruire alternative di equitá ed equilibrio per tutte e tutti, senza debiti né dominazione”, esortano alla fine.
La lettera include varie richieste concrete, sotto il titolo “Non piú debito illegittimo – cambieremo il sistema”. Tra questi reclami risaltano quello dell’annullamento e ripudio incondizionale di tutti i debiti finanziare, la restituzione e riparazione dei debiti ecologici, climatici, economici, sociali e storici dovuti dai governi e corporazioni del Nord ai popoli del Sud, e quello del “Banca Mondiale e banche regionali di sviluppo fuori dal finanziamento per il clima”.
Questa grande entitá finanziaria internazionale, con un grande portafoglio di finanziamento di progetti contaminanti, sta venendo duramente criticata dai movimenti sociali di diverse regioni per la suo forte lobby mondiale per gestire i fondi della lotta contro il cambiamento climatico.
Nel cammino verso la XVI Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico a Cancún, che verrá realizzata dal 29 novembre al 10 dicembre, i movimenti sociali chiedono “Banca Mondiale fuori dal clima”, fissando questo venerdí come giornata speciale per avanzare la richiesta.
Tradutrice: Giorgia Scurato
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