1ro de septiembre de 2009 | Entrevistas | Derechos humanos
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Un’altra volta gli abitanti originari dell’etnia awa sono stati oggetto di un massacro in Colombia. È successo lo scorso 26 agosto nel Resguardo indigeno Gran Rosario – nel municipio di Tumaco – quando uomini armati sono entrati in una casa di mattina presto uccidendo cinque adulti e sette bambini, tra i quali uno di soli 8 mesi.
“È stato un massacro di 12 persone, cuando il giorno 26 agosto alle 5 del mattino circa è arrivato un gruppo armato, con armi di uso esclusivo delle forze armate militari, incappucciati e con arme corte hanno sparato a bruciapelo ad adulti e bambini che erano nella casa e vennero vilmente massacrati”, ha spiegato in un’intervista a Radio Mundo Real Luis Fernando Arias, Segretario Generale dell’Organizzazione Nazionale Indigena della Colombia (ONIC).
Arias ha indicato che quest’anno, fino ad ora, si sono registrati già 77 uccisioni di indigeni, dei quali 38 della comunità awa.
Consultato sui motivi di queste uccisioni sistematiche di indigeni in Colombia, il Segretario Generale della ONIC ha spiegato che rispondono “al controllo del loro territorio, delle loro ricchezze”, dato che la gran ricchezza della Colombia si trova nei territori dei popoli originari. “La biodiversità, l’acqua, le risorse – come l’oro, il petrolio, il carbone ecc. - si trova nei territori indigeni”, ha indicato.
Ha segnalato inoltre che un altro motivo era “il controllo territoriale, il controllo del narcotraffico, da parte di tutti gli attori armati, da parte della sovversione, da parte dei gruppi paramilitari e da parte della forza pubblica”.
“Oggi i territori indigeni si sono convertiti in uno scenario di guerra, di conflitto bellico in maniera permanente”, ha sentenziato.
traduttrice: Giorgia Scurato
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