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24 de noviembre de 2009 | Entrevistas | Soberanía Alimentaria
Comunità diaguita della provincia di Salta stanno soffrendo assalti di impresari che, accompagnati dalla polizia, irrompono nei territori originari per appropriarsi delle terre dei diaguita. Questa è la situazione che viene denunciata dalla Comunità Indigena Diaguita Calchaquí di Animaná, che si trova nella frazione Potrerillo del dipartimento di San Carlos.
“La nostra è una possessione ancestrale. Noi viviamo tradizionalmente lì. Io, da mio nonno, so che hanno vissuto lì i nostri padri”, racconta Manuel, referente della comunità di Animaná, una delle basi territoriali dell’Incontro Calchaquí, organizzazione membro del Movimento Nazionale Contadino Indigeno (MNCI).
“In El Durazno hanno tentato di mandarci via alcuni giorni fa (...), ci mandano via dai terreni che stiamo coltivando tradizionalmente”, continua Manuel e spiega che la difficoltà che attraversano è dovuta alla quantità di coppie che compone il territorio, dove gli impresari cercano di installare le loro vigne e sviluppare l’attività turistica.
La settimana scorsa la comunità di El Divisadero ha potuto resistere al tentativo di sfratto che un altro impresario, sempre accompagnato dalla polizia, ha cercato di commettere senza nessun ordine giudiziario che lo approvasse.
Circa 25 famiglie che compongono Animaná realizzano diverse attività produttive: allevato capre e pecore, piantano alberi da frutta (pesche , noci) e coltivazioni tradizionali come la patata, coltivano pascoli (erba medica). “Ci sono posti in cui nelle case vivono due o tre famiglie, perchè c’è la madre, il padre e i figli si sposano e vivono lì nella stessa casa. Qua ci sono cose diverse”.
Solo con il possesso tradizionale delle terre e senza un titolo comunitario che appoggi la loro permanenza nel luogo, e nonostante ricevano la solidarietà delle comunità vicine, i popoli Animaná hanno difficoltà per coltivare dovendo resistere allo stesso tempo alle occupazione realizzate dagli impresari. “Mi sembra che anche se non ci riconoscono per non avere un titolo, il solo fatto di avere il possesso è come se fosse un titolo”, pensa Manuel.
*Attivisti, comunità e movimenti sociali possono comunicare con i nostri corrispondenti in Argentina Raquel Schrott e Ezequiel Miodownik.
traduttrice: Giorgia Scurato
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